Il Cittadino

Ringrazio Pier Paolo Magalotti e la Società di Ricerca e Studio della Romagna mineraria di Cesena per questa iniziativa straordinaria. Mettere a disposizione del più vasto pubblico, specie in Internet, migliaia di pagine di stampa locale che ci riportano alle radici della nostra storia quotidiana è un’impresa di grande valore socio-culturale, se si pensa che molti testi sono irreperibili e di non facile consultazione per i non addetti ai lavori.

Debbo all’amicizia e alla generosità di Dino Bazzocchi, che fu direttore della Malatestiana dopo Renato Serra ed in particolare erede diretto delle testimonianze dell’Archivio storico dopo Nazzareno Trovanelli, il dono negli anni Sessanta della raccolta completa de Il Cittadino, dal 1889 fino al 1910, fino a un anno prima che il fondatore del giornale più significativo ed elevato per cultura e autonomia di pensiero nella partecipazione storico-politica alla vita della nostra città ne fosse estromesso per ragioni di chiusura “partitica” dopo ventitré anni di pubblicazioni. Il Circolo Monarchico costituzionale assumeva le vesti di partito vero e proprio con una forma di conservatorismo liberale chiuso che non poteva essere accettato da chi aveva cercato per anni l’incontro più aperto con le forze vive della città. Il Cittadino continuerà fino al 1922, ma con un vistoso calo di tono politico e culturale.

Il ricordo commosso e dettagliato che ne fece nel 1920 Dino Bazzocchi, “il maggiore figlio della nostra Cesena” ( Nazzareno Trovanelli, Cesena Edito per cura de “Il Cittadino”, Tip.F.Lega, Faenza) resta tuttora il punto di riferimento più fedele , nonostante gli studi che ne sono seguiti. Nazzareno Trovanelli era nato il 1° settembre 1855 a Forlimpopoli e morto a Cesena il 20 marzo 1915.

Che significa “Cittadino”, per un monarchico costituzionale, nel contesto degli anni che vanno dal Depretis, al Crispi, al Giolitti,destra e sinistra storica, nell’Italia post-unitaria che sente già i prodromi delle trasformazioni sociali di fine secolo e dell’avvento della democrazia di massa del Novecento?

“Citoyen” dopo la rivoluzione francese non è più il “suddito” del regime assolutista e non si hanno diritti per nascita, per sangue e nemmeno per grazia divina. Il “costituzionalismo” è la nuova carta dei diritti e il riferimento alla monarchia è il legame storico che dovrebbe sovrastare ai partiti e ai loro contrasti.

Trovanelli difende il costituzionalismo, ma all’inglese. Il suo liberalismo è originale, si è nutrito di cultura anglosassone e risente del magistero carducciano risorgimentale, “dell’Italia sopra tutto”. Tra i suoi libri c’è la Collection of British authors che raccoglieva il meglio degli scritti della cultura inglese.

In una Cesena che ha subito la dominazione plurisecolare dello stato pontificio questa cultura che a prima vista sembra moderata è invece una rivoluzione culturale di base, un modo nuovo di sentirsi cittadini liberi e responsabili del proprio destino.

La testimonianza letteraria che il Trovanelli fin dal Ginnasio esprime nelle sue traduzioni, specie dall’inglese, sotto la guida del prof. Pietro Pacchioni, e che lo accompagnano per una vita, dalla Settimana, allo Specchio ancora prima che dal Cittadino, proviene da questo fondo di civiltà che prima di essere costituzionale si innesta in una nuova visione della dignità e responsabilità umana, premessa per qualsiasi altro impegno sociale. Le riflessioni sulle rivoluzioni che mangiano i propri figli vengono dal liberalismo anglosassone e si allargano alla democrazia americana.

Popolano, Lotta di classe, Cuneo, Savio, Corriere cesenate, saranno i giornali cesenati ad esprimere nuove esigenze, ma dopo Trovanelli il problema sarà di come controllare le democrazie di massa perché non scadano nel culto della personalità, premessa ad ogni forma di totalitarismo. E’ il fondo autenticamente liberale di ogni umanesimo sociale

Il dispotismo si cela in ogni angolo della nostra storia passata. Trovanelli lo documenta con minuzia “notarile” dagli archivi e alla fine egli stesso ne resta vittima quando viene estromesso il 31 dicembre 1911, per chiusura partitica, dalla direzione del giornale che aveva fondato e diretto per 23 anni e che rappresenta tuttora la testimonianza alta di una coscienza civile, prima che critica.

Prof.Pietro Castagnoli
Cesena, dicembre 2005