Il Savio

Con l’editoriale dal titolo “Perché?” un nuovo settimanale, “Il Savio” , di ispirazione cattolica ma assai attento ai contenuti innovativi dell’enciclica Rerum Novarum di Leone XIII, promulgata nel 1891, iniziava le pubblicazioni a Cesena nella domenica 4 giugno 1899.
Un incipit forte che lancia segnali precisi:

“Perché questo giornale? Perché un partito senza giornale è un uomo senza voce, un accusato senza difesa, un esercito senza staffette: perché la stampa, e specialmente la stampa periodica è diventata il primo mezzo di propaganda; talché come disse il dottissimo Mons. Ketteler, se S. Paolo vivesse ai giorni nostri si farebbe giornalista, perché il giornale vale più di una predica, [così è il S. Padre che parla] gli articoli del giornale arrivano anche là dove la predica non giungerebbe; perché questa febbre di leggere oggi c’è, e se voi non la saziate col cibo sano di un giornale, i più cercheranno di soddisfarla con letture empie ed immorali. […] Ma di che tratterà dunque il Savio? – Di un po’ di tutto quello che interessa i Cesenati. Degli affari comunali, in mano a chiunque vengano a cadere. Della industria ed agricoltura locale, ora che si sta impiantando nella nostra Cesena quella grandiosa fabbrica [lo zuccherificio; nda] che sarà una provvidenza per tanti disoccupati. Degli interessi religiosi che per chi è saggio sono e devono apparire i più importanti, essendo la base ed il fondamento di tutta la vita civile. Dell’arte e dei divertimenti onesti che ci appresterà la piccola palestra del nostro comune. Finalmente dei fatti più salienti della settimana. … “

Dieci anni prima, domenica 2 giugno 1889, veniva fondato da Nazzareno Trovanelli, sempre a Cesena, il “Il Cittadino”, altro grande settimanale, di ispirazione liberale. La variegata scena del mondo cesenate si arricchirà poi, il 5 maggio 1901, con il settimanale repubblicano “Il Popolano” e, il 22 aprile 1905, con il settimanale socialista “Il Cuneo”. Cesena, desiderosa di una democrazia diretta e partecipata, sembrava, come scrive assai bene Antonio Mambelli nel suo volume Il giornalismo in Romagna, “una sorta di assemblea generale della popolazione in seduta permanente e di tale sensibilità per cui il motivo più lieve dilata; anche se estraneo offre lo spunto alla polemica sull’indirizzo politico, a contrasti vivaci su questioni locali e intorno alla valutazione degli avvenimenti del giorno”.
In questo pot-pourri policromo, dalle più differenti idee, i giornali locali sono parecchio di parte, spesso massimalisti, passionali e ci presentono “la più esatta anagrafe di un luogo vissuto, un’agenda, un diario privato della città e dei suoi abitanti. […] Cattolici e repubblicani, socialisti e monarchici costituzionali, sono fra di loro in una continua discussione sulla città.”
La testata de “Il Savio – Periodico Settimanale Popolare” cambierà, dagli inizi del 1902 e con l’avvento alla direzione di Eligio Cacciaguerra, in “Il Savio – Periodico Settimanale Democratico Cristiano”. Questo schierarsi nella Lega Democratica Nazionale è un segnale ben preciso di voler “gridare alto che è tempo di iniziare un’opera di analisi, di revisione e di sincerità. all’interno della Chiesa. Noi democratici cristiani proclamiamo che democrazia non è materialismo, tanto è vero che mentre quella avanza questo retrocede ed agonizza, così Cristianesimo non è clericalismo.
Il Cristianesimo è la religione degli umili, degli oppressi, di coloro che trovano in esso conforto alle amarezze della vita; la parola di Gesù è parola di elevazione, di amore, di fratellanza. Il clericalismo è la religione degli oppressori, dei superbi, dei violenti; la sua parola è per molti la parola della calunnia, della condanna, dell’odio. Noi Democratici Cristiani ci professiamo seguaci della dottrina di Gesù, ma nemici del clericalismo ed anticlericali.”

Il “Il Savio” dall’inizio sino al 1 settembre 1900 verrà diretto da Eugenio Ugolini, da Agostino Ceccaroni sino al 6 gennaio 1901, da Eligio Cacciaguerra sino al 22 novembre 1903, da Luigi Casadei come gerente responsabile sino al 30 dicembre 1904, da Giuseppe Pasolini come gerente responsabile sino al 4 maggio 1907, da Giuseppe Pavirani come redattore responsabile sono all’8 giugno 1907, da Giuseppe Piolanti come gerente responsabile sino al 21 dicembre 1908, da Giuseppe Pavirani come redattore responsabile sino al1 maggio 1909 ed, infine, da Carlo Amaducci come gerente responsabile sino alla chiusura avvenuta il 18 giugno 1910.